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MEDAC - Interazione tra la Pesca Ricreativa e la Piccola Pesca nel Mediterraneo

Lo scorso novembre il Comitato Esecutivo del Consiglio Consultivo del Mediterraneo MEDAC (25 associazioni tra pesca commerciale, pesca ricreativa e ONG ambientaliste) ha approvato all’unanimità un documento di analisi sulle interazioni tra pesca ricreativa e pesca artigianale. Il documento realizzato dal Gruppo di Lavoro sulla pesca ricreativa coordinato nell’ultimo periodo da EAA Italia (APR) è così diventato un parere del MEDAC inviato alla Commissione europea e costituisce il primo input ufficiale sull’argomento. Il Presidente del MEDAC ha commentato il risultato dicendo che «questo documento è frutto di intenso lavoro durato un intero anno, della tenacia di chi lo ha portato avanti e rappresenta al meglio lo spirito pluralista di un importante organo consultivo come il nostro». La risposta della Commissione (DG MARE) è stata positiva, pur insistendo unicamente sulla posizione della pesca ricreativa come attività non controllata che fa concorrenza a quella commerciale. La ricerca sul tema resta anche per questo fondamentale, perché vengano rilevati i fattori positivi, ignorati per quanto evidenti e circostanziati in numerosi documenti tecnici.
L’attenzione della Commissione Europea per il Mediterraneo sta crescendo rapidamente, principalmente a causa dello stato di sovrasfruttamento delle risorse della pesca che gli studi più recenti valutano tra l’80% e il 90% e che rende necessarie azioni rapide per invertire la tendenza. Anche la Commissione Generale della Pesca per il Mediterraneo (FAO - CGPM, che include anche gli stati nordafricani del Mediterraneo, ‘paesi terzi’ rispetto alla Unione Europea) ha messo in agenda per il 2017 un gruppo di lavoro su Pesca Ricreativa e Piccola Pesca a dimostrazione dell’importanza dell’argomento. La flotta di pesca del Mediterraneo è composta in larga parte dalla cosiddetta Pesca di Piccola Scala (o pesca artigianale) che considera i pescherecci fino a 12 metri e che non utilizza attrezzi trainati ma solo reti fisse o derivanti e palangari, che operano solitamente entro le 6 miglia ma principalmente entro le 3 miglia. La prima fascia costiera è l’area più sensibile dell’habitat mediterraneo, la zona di accrescimento e di riproduzione per molte specie ittiche, l’ambiente più sensibile, ma anche il più sfruttato, in un recente passato anche dalla pesca a strascico, ora ridimensionata, oggi dalla piccola pesca e dalla pesca ricreativa, e spesso in stato di sofferenza dovuto a fattori esterni quali inquinamento ed antropizzazione. Nelle sedi istituzionali il pensiero unico, ripetuto dai rappresentanti della pesca commerciale, è sempre stato: la pesca ricreativa pesca le ‘nostre’ risorse.
Per questo il Gruppo di Lavoro sulla Pesca Ricreativa del MEDAC ha deciso di proporre e sviluppare il tema del conflitto tra pesca artigianale e pesca ricreativa. I rappresentanti del settore ricreativo hanno indicato che la gestione della prima fascia costiera in Mediterraneo è la vera grande sfida per pescatori, gestori, decisori e mondo scientifico e hanno lavorato per analizzare le ragioni del conflitto tra i due attori principali che vi operano. Il documento non fornisce soluzioni e conferma come la pesca artigianale continui a far cadere le responsabilità dei problemi di gestione principalmente sulla pesca ricreativa ma la sua importanza è politica dal momento che per la prima volta in questo ambito è stato possibile avere un documento condiviso. Le parti hanno stabilito un dialogo e anche una comprensione reciproca, indispensabili per progredire superando le barriere di principio per arrivare a risultati concreti. In sintesi i due settori hanno concordato e accettato di mettere sul tavolo della Commissione Europea un elenco di problemi altrimenti destinati a restare ignorati. Il documento in inglese è sul sito del MEDAC a goo.gl/duf5Vz La risposta della Commissione (DG MARE) a goo.gl/6CGgzc

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