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In belly per l’Adda morta

Grande successo per il primo raduno nazionale SCI «In belly per l’Adda Morta» tenutosi il 7 ottobre 2018. La manifestazione, aperta a tutti, ha infatti generato l’interesse di decine di partecipanti provenienti da Lodi, Cremona, Monza, Milano, Como, Pavia, Piacenza, Torino e Verona. Buona anche la riuscita della manifestazione in sé, in quanto tante sono state le catture durante una bellissima giornata di inizio autunno; unica nota negativa la taglia media del pescato. Si sono aggiudicati il premio Big Fish:
– categoria luccio Alessio Curci da Pavia (viaggio di una settimana in Lapponia offerto da Lapland Outdoorevents e piatto finemente decorato della Ceramica Vecchia Lodi);
– categoria black bass Daniele Livia da Lodi (pacco regalo offerto dallo sponsor Molix);
– categoria persico reale Dino Venturini da Verona (pacco regalo offerto dallo sponsor Molix).
Lo Spinning Club Italia, con questo raduno come sempre nel pieno rispetto del catch and release, si prefiggeva numerosi e importanti obiettivi: oltre ovviamente a quello ludico pienamente raggiunto, quello di raccogliere fondi per l’incubatoio di Lodi (gestito dallo SCI), dove da quest’anno è in programma la produzione di lucci di ceppo italico. Un altro obiettivo era quello di sensibilizzare chi frequenta queste acque per creare un vero e proprio monitoraggio continuo e costante che possa consentire di rilevare alla prima insorgenza qualsiasi problematica. Infine, forse più importante degli altri, l’obiettivo di far capire ai concessionari di queste acque l’importanza che queste ricoprono per tutto il territorio, non solo lodigiano. Questa lanca infatti, per dimensioni e caratteristiche, è e speriamo rimanga la più importante dell’intero bacino dell’Adda, luogo ideale dove poter conservare in prosperità tutte le specie autoctone delle acque ferme di pianura. Per quest’ultimo obiettivo auspichiamo che il gestore (Fipsas, sezione provinciale di Milano) possa quanto prima apportare fondamentali modifiche al regolamento, come il divieto di pesca con il pesce vivo e il divieto di prelievo delle specie maggiormente a rischio, consentendo di tutelare la fauna ittica più rarefatta, come: anguilla, tinca, luccio e triotto.

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